Uno scambio giovanile tra italiani, bosniaci e spagnoli.

di Federica Taraboi

Un'esperienza ricca di multiculturalità, confronto tra giovani coetanei e riflessione su tematiche attuali ha visto protagonisti una trentina di ragazzi di provenienza italiana, bosniaca e spagnola.

Trento, luglio 2016.

Un gruppo composto da una trentina di giovani provenienti da Italia, Spagna e Bosnia-Erzegovina si è ritrovato la scorso luglio (settimana dall’8 al 15 luglio 2016) nella bellissima cornice della Casa Sacro Cuore di Villazzano per dare vita ad un’esperienza culturale di grande valore, che ha permesso loro di superare gli ostacoli che possono intercorrere nella conoscenza reciproca delle varie culture e nazionalità.

A partire dalla lingua di comunicazione in comune, l’inglese, l’esperienza ha reso i ragazzi più forti e consapevoli delle proprie capacità.

Il tema della scambio culturale era il lavoro, una riflessione che si è posta l’obiettivo di far interrogare i ragazzi sul proprio futuro professionale, alla luce della crisi economica e sociale che ha colpito soprattutto le giovani generazioni, approfondendo nel contempo la valorizzazione dei propri talenti, il personal branding e molte altre tematiche.

Durante l’ultimo giorno della loro esperienza, abbiamo parlato con alcuni dei partecipanti.

Antonio, 21 anni, studente al Liceo Economico-Sociale di Trento ci ha raccontato della sua esperienza molto personale.

“Quest’esperienza mi è servita a modificare certi aspetti di me, piuttosto spigolosi, aiutandomi per esempio ad abbattere alcuni stereotipi che io avevo nei confronti di determinate culture (poca tolleranza, razzismo). Fino ai 17 anni circa, infatti, ero una persona piuttosto chiusa. Questa esperienza è stata determinante nell’aiutarmi a capire che non ci sono differenze. Mi piace affrontare tematiche sociali, discutere con le persone, ed ora mi piace molto confrontarmi con chi ha una cultura diversa, cercare di capire il suo passato, il passato del suo Stato, dove vive, etc.

Cosa ti aspettavi da questa esperienza e che cos’hai trovato qui?

Ero gasato...per me non è stato difficile ambientarmi, ero abituato all’autogestione. Mi aspettavo di divertimi ed apprendere il più possibile dagli incontri informativi.

Ho trovato tanto di più, un ambiente molto bello, rilassante, positivo. Anche il posto è molto tranquillo. Tutti siamo abbastanza coesi.

L’attività che più ti è piaciuta?

Come impostare il curriculum e cercare di vedere gli altri come reagiscono ai colloqui altrui (n.b.: i ragazzi hanno preso parte ad una simulazione di colloquio in inglese). Ci sono stati commenti e critiche costruttivi e non distruttivi e questa è stata una cosa molto positiva. Tutti i ragazzi hanno cercato di valorizzare gli altri. Poi mi sono piaciute anche le interviste che abbiamo fatto con i gruppi, il confronto, la discussione.

Cosa senti di aver imparato?

Mah, niente in particolare magari, ma ho assorbito da tutte le attività.

Soprattutto è stato utile confrontarmi su alcuni temi con ragazzi di altri paesi e sentirmi dire: “Non essere pessimista, qui in Italia avete maggiori possibilità rispetto a noi; devi anche pensare alle cose positive che ci sono, perché altrimenti non riuscirai a fare molto nella vita.” Ha tutto un altro effetto se te lo dice una persona sconosciuta che viene da tutt’altra esperienza rispetto alla tua.

Hai imparato cose nuove rispetto alle altre culture?

Ho imparato tante cose, mi aspettavo ad esempio un altro approccio alla religione da parte dei ragazzi che sono bosniaci e musulmani. Tanti, infatti, non praticano molto “alla regola”... Ho visto persone molto aperte, molto disponibili a socializzare, ad accettare qualche battuta. Sento di essermi arricchito anche per quanto riguarda le altre lingue, non solo l’inglese.

Avevi già viaggiato prima? Avevi fatto o vorresti fare altre esperienze di questo tipo?

Di questo tipo è la prima volta però sono stato due volte all’estero: a Forchheim per un gemellaggio di 4-5 giorni con la scuola (vicino a Norimberga) dove abbiamo imparato a lavorare il legno e a Canterbury per una vacanza-studio di 3 settimane in un college con spagnoli, polacchi, giapponesi, i più “fuori di tutti”. In futuro mi piacerebbe fare anche l’Erasmus.

Anche Amina, studentessa di Economia di 22 anni, proveniente da Sarajevo (Bosnia-Erzegovina) ci ha parlato della sue impressioni e delle sue idee riguardo al futuro.

Credi che questo scambio sia stato utile?

Sì, è stato utile in molti modi...

Avevi mai partecipato ad esperienze di questo tipo?

Questo è il mio primo scambio giovanile. Tuttavia, prima di partecipare a quest'esperienza, ho avuto l’opportunità di lavorare come animatrice, a Milano, con bambini italiani e bosniaci.

Ti aspettavi qualcosa da questo scambio?

Rispetto a questo scambio giovanile speravo di imparare qualcosa, il tema mi interessava e mi sarebbe piaciuto molto ricevere informazioni su come poter trovare lavoro in questo periodo di crisi per tutti, su che cosa dovremmo fare.

Pensi di partecipare ad altre esperienze di questo tipo in futuro?

Se farò altre esperienze in futuro dipende soprattutto dai soldi, dalle opportunità che mi capiteranno. Anche prima di scegliere l’università, stavo pensando di iscrivermi ad un corso universitario in inglese a Milano. Tuttavia ho pensato poi che gli insegnanti insegnino meglio nella loro lingua e per questo ho optato per la facoltà nella mia città d’origine.

L’idea di studiare in Italia o all’estero non si è ancora spenta comunque.

Qual è l’attività che più ti è piaciuta?

Mi è piaciuto vivere insieme, conoscere bene gli altri ragazzi. Oggi è l’ultimo giorno, ci conosciamo molto bene ora. È stato bello condividere molto, aiutarci l’un l’altro con le nostre esperienze, inevitabilmente e per fortuna diverse.

Tra le attività mi sono piaciuti in particolar modo i giochi di gruppo e le attività più pratiche, come quando abbiamo costruito i “robots”. Dovevamo lavorare insieme, usare una strategia. È molto importante lavorare insieme.

Anche l’attività delle interviste mi è piaciuta molto. Alcuni imprenditori ci hanno spiegato le loro esperienza e io, insieme al mio gruppo, ho avuto l’opportunità di intervistare un artista. Ho imparato, ascoltando le loro testimonianze, che se si vuole fare qualcosa, si deve provare, niente è impossibile.

Ti piacerebbe aprire una tua attività in un futuro?

In un futuro magari sì, il mio sogno nel cassetto è quello di aprire una compagnia di danza, non professionale, ma solo un luogo dove i giovani possano divertirsi, rilassarsi e farsi nuovi amici… Per ora è solo un sogno però. Attualmente non penso sia possibile, perché sto ancora studiando e non avrei denaro, ma forse un giorno proverò.

Riguardo agli altri paesi?

Non ci sono così tante differenze tra di noi, siamo più o meno coetanei… Ad esempio la crisi economica è una cosa che è presente in tutti e tre i nostri Paesi, ma in modi differenti.

Tre parole per descrive la tua esperienza…

Amicizia, conoscenza e passione, queste parole riassumono la mia esperienza qui.

Mi piacerebbe rifare questa esperienza, magari il prossimo anno...

Abbiamo scambiato due chiacchiere anche con Nuria, una ragazza spagnola di 19 anni, che sta studiando per diventare un’infermiera.

Raccontaci un po’ di te, Nuria…

Perché hai deciso di prendere parte a questa esperienza?

Vengo dalla Spagna, da Bilbo in Galicia. Ho deciso di partecipare a questo scambio giovanile perché volevo incontrare persone di altre culture, paesi. Mi piacerebbe usare questa esperienza in un futuro. Questa è la mia prima volta in Italia.

Che cosa ti aspettavi e che cosa hai trovato qui?

Mi aspettavo di divertirmi, esercitare il mio inglese e imparare qualcosa riguardo al mio futuro. Qui ho potuto trovare delle belle persone, vivere bei momenti ed avere una fantastica esperienza. Ho imparato molto riguardo anche alle altre culture, al trattare con gli appartenenti a culture diverse dalla mia. Mi piace molto parlare con le altre persone, confrontarmi, fare gruppo.

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Queste sono alcune delle impressioni riportateci dai ragazzi.

Nella settimana di scambio giovanile si è utilizzato un metodo di apprendimento non formale: quindi simulazioni, giochi di ruolo, incontri sul territorio e molto altro, utili a far fruttare al meglio quest’esperienza ricca di multiculturalità e confronto.

Noi siamo stati per un po’ con loro. Abbiamo partecipato ad alcune attività, li abbiamo seguiti nelle interviste che hanno condotto durante i loro incontri con quattro imprenditori trentini. La formazione, oltre ad un momento più riflessivo e analitico, prevedeva infatti anche attività più pratiche, come la stesura del proprio curriculum vitae in lingua inglese ed anche la simulazione di un colloquio di lavoro, sempre in inglese.

L’impressione e l’aria che abbiamo respirato è stata quella un’atmosfera assolutamente positiva, di svago, ma che non si è fatta mancare i momenti di riflessione.

Un’esperienza assolutamente positiva in termini di crescita personale, bagaglio culturale e sviluppo delle proprie potenzialità, a 360° gradi, consigliata a tutti gli assetati di conoscenza, di sé, degli altri e della realtà che ci circonda.

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Martedì, 06 Dicembre 2016